venerdì, aprile 13, 2007

Voragini verticali

Silenzi deserti
che oltrepassono frontiere invisibili
di anime contrassegnate dal tempo.
Io muoio dentro questo essere vietato,
dalla speranza negato
e violentemente privato
del vivere di un diritto assetato.

Esisto in questo infinito
di ipocrisia lavorativa,
dove non c'e' piu' l'etica governativa
di una realta' che dovrebbe esser viva,
nel mentre e' morta e nessun la resa attiva.

Inutile agitare le braccia in mezzo ad un mare
di speranze in cui naufragare.
Non e' piu' tempo di amare
non c'e' piu' tempo per rimandare.

L'esistenza e' una ed e' da salvare.
Qui posso solo parcheggiare,
un'identita' che ferma non sa stare.

Altrove non posso andare,
ma un senso devo trovare,
spero presto per non impazzare
in un me, senza controllo orbitale.
Nel mentre aspetta

la ruota della vendetta
gira lenta e maledetta,
e sempre ricade sul capezzale
di chi sa lavorare
oltre ogni limite normale.

Portami via velo di nostalgia
tra le braccia di questa malinconia,
orfana di uno zingaro di poesia
nato e bistrattato dalla pelle segnato
tra i rumori della gente abbandonato.

Io son sempre stato
quello che ho cercato.
Ora rinato dal modo esacerbato,
di una sofferenza che mi ha passato
liriche di indecenza
che mi hanno alterato.

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